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MATTEO DELLA BORDELLA

Ho 40 anni e sono nato e cresciuto a Varese. La mia passione per l’alpinismo è nata a 12 anni, quando, insieme a mio papà, ho iniziato a muovere i primi passi in verticale sulle pareti vicino a casa e sulle vie classiche delle Alpi. All’inizio non ero particolarmente colpito da questa disciplina, ma con il tempo si è trasformata nella mia più grande passione.

Nel 2008 mi sono laureato in Ingegneria Gestionale presso l’università LIUC di Castellanza, e ho proseguito gli studi con un dottorato fino al 2012. Tuttavia, non mi sono mai allontanato dalla montagna e, negli anni, ho scelto di dedicarmi completamente all’alpinismo, cercando di spingere sempre più in là i miei limiti.

 

Dal 2006 faccio parte dei Ragni di Lecco, un gruppo che mi ha permesso di crescere come alpinista e come persona, e di iniziare a esplorare le pareti più remote del pianeta alla ricerca di nuove sfide. Qualche anno dopo sono entrato anche nel Club Alpino Accademico Italiano.

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Amo le grandi pareti verticali, dove la vera sfida è salire in arrampicata libera con poco materiale e affrontare difficoltà elevate. Pratico un alpinismo “by fair means”, dove l’uso minimo della tecnologia e degli aiuti esterni permette di confrontarsi ad armi pari con la montagna, nel massimo rispetto per l’ambiente.

Credo profondamente nel lavoro di squadra e nel valore dell’amicizia per affrontare imprese che inizialmente sembrano impossibili. Amo l’avventura in ogni sua forma: spesso, nelle mie spedizioni, raggiungere la parete rappresenta già una sfida enorme.

Sono particolarmente legato alla Patagonia, che ho visitato 15 volte, ma ho avuto l’opportunità di scalare anche in luoghi remoti come la Groenlandia, il Pakistan, l’India e l’Isola di Baffin.

Le salite che considero più significative sono:

 

  • La nuova via “Brothers in Arms” sul Cerro Torre, Patagonia (2022)
  • La spedizione “Odyssea Borealis” in Groenlandia (2024), con 450 km in kayak e una nuova via su una montagna inviolata
  • “Gringos Locos” sul Cerro Piergiorgio (2025), parte conclusiva del progetto formativo CAI Eagle Team
  • La prima salita della parete ovest del Bhagirathi 4, Himalaya: un big wall verticale di 6200 m, tentato più volte in passato da altri alpinisti

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